C’è una novità nell’indagine per la morte di Daniele Belardinelli. È di ieri la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati, con l’accusa di omicidio volontario, di un ultrà napoletano; si tratta del figlio del proprietario della Volvo V40 nera, sequestrata perché ritenuta essere l’auto con la quale sarebbe stato investito Belardinelli. La novità di oggi è che nel registro degli indagati, con la medesima accusa, ci sono finiti anche gli altri 3 passeggeri presenti a bordo della stessa auto.
I 4 indagati lo scorso 26 dicembre si trovavano appunto a Milano per assistere alla partita Inter-Napoli. I Pm li stanno interrogando in queste ore in Questura a Napoli per ricostruire quanto accaduto. Il loro avvocato, Emilio Coppola, prima di entrare negli uffici della Questura ha sostenuto davanti ai cronisti l’estraneità dei suoi assistiti: “fanno parte delle prime auto che hanno transitato l’angolo dal quale è partita l’aggressione e non si ritengono responsabili dell’investimento del tifoso interista“.
Secondo l’avvocato, l’auto sequestrata “non è coinvolta negli incidenti” e, in ogni caso, “il guidatore dell’auto non era il figlio del proprietario della società di leasing, ma un altro ragazzo“. Un elemento che insospettisce gli inquirenti è rappresentato dal fatto che il figlio del proprietario dell’autovettura l’abbia portata a lavare appena rientrato a Napoli; si tratta di un elemento che lascia immaginare la volontà di ripulire eventuali tracce.
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